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MICHAEL BAKER
Veterano in Vivere Sostenibile
Veterano in Vivere Sostenibile
“La differenziazione delle coltivazioni, i lavori a piccola scala, la rotazione delle coltivazioni nel tempo non sono concetti nuovi. Queste pratiche sono iniziate molti anni fa. C’è bisogno di ritornare alle modalità a piccola scala, con rotazioni temporali e dove ci si prenda cura del suolo per riceverne il meglio. Dal punto di vista nutrizionale il nostro raccolto, quello che consumiamo sui nostri piatti in forma di cibo, è quasi un sottoprodotto. In un certo senso è solamente il prodotto finale del reale ciclo di vita. Quello che succede nel sottosuolo è più importante di quello che vediamo sopra.”
“Accidenti, accidenti, accidenti! Cosa sta attaccando il mio cibo? Sto crescendo il mio cibo e qualcosa lo sta attaccando! Devo fare qualcosa! C’è gente che va al negozio a vedere cosa può comprare, quale prodotto. Ma chi conosce bene il biologico sa che va bene lasciare il 10% del raccolto alla biodiversità, perché non dovrebbero mangiarne un po’ anche i bruchi? Certo, deve essere ragionevole, e capisco di non saper parlare ai bruchi per dirgli gentilmente di non mangiare più il mio cavolo. Ci sono limiti a tutto. Ma, in generale, se permettiamo che ci sia un equilibrio corretto nelle nostre coltivazioni, gli uccelli verranno a mangiare i bruchi. Ci sono state persone che mi hanno detto: “Che seccatura che sono le vespe!” Ed io mi sono detto, lo sono veramente? Mi chiedo cosa facciano le vespe? E quindi ho studiato le vespe ed ho scoperto che le vespe vanno proprio da quei bruchi quando sono piccoli e li portano via, li fanno volare, ed improvvisamente non sono più sul mio cavolo! E quindi le vespe sono utili! Dobbiamo fermarci a studiare la natura in modo attento prima di correre al riparo con il solito prodotto chimico che uccide.”
“Non dobbiamo trovare una montagna su cui vivere. Possiamo trovare questa connessione attraverso gli occhi di chi amiamo, attraverso un bambino, oppure un adulto. Ma ricordate, arriviamo al mondo con niente e lo lasceremo con niente, ma possiamo scegliere di lasciarci dietro una biblioteca di vita, una memoria del nostro tempo passato su questo pianeta. Lo scopo del mio viaggio, per quanto ne sono capace, è quello di lasciare una memoria che possa essere usata da altri. Credo che questo abbia un aspetto spirituale, ridare alla consapevolezza collettiva dell’umanità qualcosa che migliori la qualità della vita su questo pianeta bellissimo. C’è un detto Maya: “Bei ti khan, Bei ti lum” che significa “ Come nel cielo, così nella terra”. Anche le persone che hanno vissuto vicine alla terra conoscono questa connessione tra il cosmo e la Madre Terra. E noi siamo i custodi di questa bellissimo pianeta blu e verde, tutti noi, non solo le popolazioni indigene, perché siamo tutti indigeni della nostra terra! Dobbiamo soltanto tornare a toccarla!
Contatto: Michael Baker, Being Nature
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