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FRANÇOIS COUPLAN
Esperto di piante spontanee commestibili
Esperto di piante spontanee commestibili
“Se vogliamo coltivare, la prima cosa da fare è eliminare la Natura, e la Natura nella nostra regione è sempre stata foresta. Quindi iniziamo a deforestare, il che è già una cosa dolorosa. Ma una volta eliminata la foresta dobbiamo continuare a combattere contro la Natura, perché ci sono piante che crescono spontaneamente. La Natura si esprime, e noi chiamiamo la sua espressione “erbacce”. È una parola orrenda. Ralph Emerson diceva che un’erbaccia è una pianta di cui non conosciamo le virtù. Io direi che è una pianta di cui abbiamo dimenticato le virtù, perché abbiamo lentamente dimenticato che tutte queste piante che crescono spontaneamente sono in realtà un’espressione della Natura e ci potrebbero nutrire senza sforzo. Un po’ alla volta siamo arrivati al punto di accettare solo ciò che viene prodotto dall’agricoltura, e di considerare dannosa e da eliminare ogni altra cosa che la Natura fa crescere.”
“Le piante selvatiche sono delle vere pillole multi-vitaminiche: contengono una quantità sorprendente di vitamine, minerali, oligoelementi, antiossidanti, acidi grassi, omega-3, proteine complete e bilanciate rispetto agli aminoacidi essenziali. Le piante selvatiche sono l’alimento di base degli esseri umani. Il genere umano ha mangiato – all’interno del regno vegetale – solo piante selvatiche per milioni o centinaia di migliaia di anni. L’agricoltura è iniziata solo diecimila anni fa, e da allora le piante selvatiche sono state lentamente dimenticate, e nelle società società occidentali moderne il loro consumo è scomparso completamente. Il risultato è che soffriamo di deficienze alimentari, avitaminosi e problemi nutrizionali che derivano dal fatto che la nostra alimentazione non è più come dovrebbe essere. Ma non c’è bisogno di sentirsi in colpa. Se vogliamo mantenerci in salute e dare al nostro corpo tutto ciò di cui ha bisogno il cibo giusto sono naturalmente le piante che hanno nutrito i nostri antenati per milioni di anni. È chiaro che la conoscenza delle piante che ci possono nutrire è altrettanto importante che imparare a leggere e scrivere. Sono cose essenziali. È una questione di sopravvivenza e, a livello individuale, una fonte di benessere.”
“L’umanità è la Natura che prende coscienza di se stessa. Su questo non posso essere d’accordo con l’Ecologia Profonda che dice “se l’umanità scompare, non importa. La Natura se la caverà lo stesso. L’umanità non è indispensabile per la Natura”. Io non penso che sia così. La Natura potrebbe evolversi in una manifestazione che non sia umana e che sia allo stesso tempo più cosciente dell’umanità? È questo il ruolo essenziale che ci spetta; è per questo che non abbiamo il diritto di suicidarci. Nella nostra epoca l’umanità si è separata così tanto dalla Natura che sta vivendo un suicidio collettivo. La nostra responsabilità è lo sviluppo della nostra coscienza, il superamento del suicidio e l’accettazione della nostra responsabilità. Abbiamo la possibilità di scegliere in che direzione andare. Ma non possiamo scegliere se non con coscienza. Dobbiamo sviluppare la nostra coscienza per il bene delle Natura e per l’integrità dell’evoluzione”.
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