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PERE VIDAL
Agricoltore biologico e panettiere
Agricoltore biologico e panettiere
“La produzione di energia, l’economia e altri sistemi della nostra societá sono tutti centralizzati. Tutta l’energia per un paese intero è prodotta in un posto unico come puó essere una centrale nucleare. La distanza tra i produttori e i consumatori crea un impatto enorme. Da un lato, la produzione è di massa, come per gli allevamenti intensivi e l’agricoltura convenzionale. Questa concentrazione ha un impatto maggiore, crea più inquinamento, erosione e danni ambientali. Quando l’energia e il cibo sono prodotti da ogni singola casa o comunitá quella produzione centralizzata viene divisa, e quando si divide, si riduce la pressione del consumismo estremo che sta danneggiando il nostro pianeta.”
“Vivere isolati in un luogo auto-sostenibile, mangiare i propri prodotti, senza essere in contatto con la comunitá che ci sta intorno, ci rende come un’isola che non cambia niente nel mondo. Insieme agli ecologisti della zona abbiamo costituito una cooperativa per preservare i semi autoctoni e questo ha aumentato il valore del vivere in fattoria.
Nessun altro faceva il pane e quindi è stato un altro contributo, un altro piccolo seme, un modo di prendersi una responsabilitá nella comunitá. Come i vicini che fanno la birra artigianale, ci sono altre persone che fanno il sapone e chi produce il miele.”
Nessun altro faceva il pane e quindi è stato un altro contributo, un altro piccolo seme, un modo di prendersi una responsabilitá nella comunitá. Come i vicini che fanno la birra artigianale, ci sono altre persone che fanno il sapone e chi produce il miele.”
“Non avevo mai fatto il pane ed il processo è stato lungo, ci sono voluti tre anni per imparare dei semi, visitare le aziende, infornare da solo procedendo a tentativi. Non ho imparato come a scuola, ma con la pratica.
Insieme ad altre persone che producono cose diverse si puó coprire il proprio fabbisogno senza fare ricorso a prodotti portati da lontano, riducendo l’impatto casuato dal trasporto di prodotti non locali. Si tratta anche di promuovere un’economia locale, più sostenibile e meno dipendente da luoghi lontani.”
Insieme ad altre persone che producono cose diverse si puó coprire il proprio fabbisogno senza fare ricorso a prodotti portati da lontano, riducendo l’impatto casuato dal trasporto di prodotti non locali. Si tratta anche di promuovere un’economia locale, più sostenibile e meno dipendente da luoghi lontani.”
“Nei molini industriali la farina è molto più raffinata e questo la rende piú esposta all’ossidamento ed al deterioramento dei suoi nutrienti. Quando si macina la farina bianca, la parte esteriore del seme viene eliminata, quella che contiene la maggior parte di proteine digeribile e solubili, oltre che dei minerali, oligoelementi e nutrienti. Rimane il glutine, l’amido e il germe interno che si, contiene acidi grassi e lipidi che nutriscono, ma quando vengono raffinati ulteriormente vengono eliminati per aumentarne la durata di conservazione e rimane molto poco del grano originale.”
Contatto: Pere Vidal, Can Pipirimosca. Vals, Catalunya.
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